Un paio d’anni fa scrissi un articolo relativo ai disegni originali eseguiti per i cartoni animati italiani (1), nello specifico si parlava dei siparietti di Carosello. Il tono semiserio cercava di mascherare dietro ad una trattazione tecnico-artistica il mio rimanere infantile. Magari non ce n’era bisogno, se ne sono occupati docenti universitari come Umberto Eco ed Omar Calabrese, figuriamoci se non può farlo un prof delle superiori. Allora torno sul luogo, no, sul tema del misfatto, e riprendo la trattazione. Anche perché nel frattempo la collezione (allora l’avevo chiamata morbo) è cresciuta con qualche pezzo importante, ad esempio una velina di Bruno Bozzetto ritraente il Signor Rossi, personaggio la cui presentazione sarebbe pleonastica. Nel linguaggio tecnico per velina si intende il disegno preliminare su carta leggera, il termine passa per traslato dal nome della carta a quello dell’immagine. L’analisi accurata dell’oggetto rivela dettagli che non solo forniscono informazioni importanti per la comprensione del sistema di realizzazione del cartone animato ma si rivelano anche utili per distinguere un originale da un falso. Queste opere non sono più considerate “minori”, sono collezionisticamente appetibili ed anche intorno ad essere si sviluppa il mercato dei falsi. Più di una volta mi sono imbattuto in questo fenomeno, specie nel mercato on line. Non parlo di fotocopie o stampe digitali, ma di immagini eseguite a mano, spesso con segno incerto -ed in tal caso lo smascheramento è semplice- altre volte realizzate abbastanza bene. Certo dal monitor il riconoscimento non è immediato; proverò qui di seguito a fornire qualche dritta per gli appassionati.
Il disegno del Signor Rossi è stato eseguito durante la realizzazione del cortometraggio a colori del 1971 Il signor Rossi al safari fotografico ed è ben rappresentativo del personaggio poiché lo coglie in un’espressione emblematica della sua caratterizzazione, prototipo del senso di inadeguatezza dell’uomo moderno di fronte alla realtà. Però è chiaro che nella durata del cartone animato su quel volto scorrono tutte le emozioni. Ed infatti sul retro del foglio si nota una linea leggera in corrispondenza della bocca che definisce un sorriso con tanto di angoli nelle guance. Non è una cancellatura, è la grafite lasciata dal disegno corrispondente al fotogramma precedente, in cui il personaggio era esattamente uguale, tranne appunto nella bocca. Anche un braccio che prima figurava in posizione orizzontale ha lasciato un segno analogo ma meno riconoscibile. Quando le veline si appoggiano l’una sull’altra per il ricalco parziale (2) spesso accade, se si usano matite grasse, che una traccia di queste si traferisca sul foglio superiore. In un’altra velina proveniente dal medesimo film ed in cui è disegnato un impiegato addetto al “visto” dei documenti il processo è ancora più evidente; le tracce lasciate dal braccio che scende inesorabile impugnando il timbro come un pugnale sono due. Si tratta sempre di riferimenti utili al disegnatore per tenere a registro le figure, e la loro leggerezza ai limiti della leggibilità non confonde chi dovrà poi eseguire la fase del ricalco su celluloide. E a proposito di quest’ultimo differenze interessanti si riscontrano confrontando un rodovetro di Gino Gavioli con uno di Paul Campani. Il primo risale al 1967 ed è materiale per Pallina – avventura al Polo, carosello per il detergente Vetril, ma anche per la cera da pavimenti Solex. Benché Gavioli abbia dichiarato trattarsi di una creazione a lui poco congeniale in quanto troppo femminile, fu un successo immediato ed indimenticabile. Era simpatica, discendeva da una schiatta di antenate bizzarre e ne seguiva le gesta avventurose uscendo dai pericoli con escamotage originali. Acquisì presto tridimensionalità sotto forma di bambola, sia di plastica (quattro versioni in base al colore della camicetta) che di panno, e divenne protagonista di albi illustrati. Le linee di contorno del disegno sono ottenute tramite fotocopia su lucido, con i vantaggi del caso già spiegati in articoli precedenti. Il riconoscimento di un segno eseguito a mano da uno fotocopiato non è sempre immediato: in questo caso oltre all’effetto di sgranatura, particolarmente evidente dove il disegno si assottiglia di più (le redini) o dove è eseguito con maggior velocità (i capelli) abbiamo anche uno sdoppiamento, per esempio intorno alle zampe dei cani. Quei puntini sono quanto resta della traccia di un’immagine sovrapposta (quelle tracce di cui parlavamo con i disegni signor Rossi) che si è trasferita, appena percettibile, anche in fotocopia. Sul lato superiore del rodovetro vi è dunque il rilievo dei contorni neri mentre sul retro si trova la sporgenza del colore, tempera stesa in modo corposo e piatto, più spesso acrilico. In questo modo le linee nere non vengono mai coperte e non c’è neanche il rischio di scioglierle o sbaffarle visto che non si trovano a contatto diretto con colori ed eventuali diluenti. La firma è autentica ma è stata posta in un secondo momento, e cioè quando si è deciso di immettere l’opera sul mercato. Credo che negli anni Sessanta nessun disegnatore di cartoni animati pubblicitari si aspettasse che di lì a poco si sarebbe sviluppato un collezionismo relativo, e questi disegni non solo non si fregiavano di firme ma venivano a volte cancellati per utilizzare nuovamente i materiali di supporto. Tali firme sono comunque da intendersi cumulative, un po’ come un regista firma un’opera cinematografica; sappiamo bene che un’immagine realizzata su acetato è il prodotto di un lavoro di squadra, che può, in quella configurazione, anche considerarsi definitivo ma in realtà giunge a completamento soltanto quando inserito nel film.
Non ricorre alla fotocopiatrice Paul Campani (3), dalla cui fucina è uscito il rodovetro con Riccardone, personaggio nato come compagno di Svanitella (quasi una rivale di Pallina, reclamizzante anche lei una cera per pavimenti ed altri prodotti per pulizia della ditta Benelli Super Iride). I due fidanzati, poi sposi ed anche genitori di Riccardella, avevano caratteristiche molto diverse e ben definite: lei sottile, raffinata ed ingenua si muoveva in modo singolare come in un twist, ed appariva lucente al pari del suo pavimento dopo il trattamento con la citata cera, lui, un bullo ingombrante testardo come un ciuco, parlava in romanesco e camminava proteso in aventi col sedere all’indietro come certe macchiette dei comici da varietà. Il disegno in questione è tracciato ad inchiostro di china con mano sicura. La spigolosità del tratto è distintiva di una ricerca di novità che colloca l’opera, non datata, tra la fine degli anni Sessanta ed il primo anno del decennio successivo. Tale datazione è confermata dalla figura del character longilinea e spezzata, mentre agli esordi (1961), appariva piuttosto tarchiata (si giocava sull’assonanza tra l’insetticida Super Faust e la definizione super fusto), con un’acconciatura più regolare e senza cappellino. Inoltre nel 1971 la produzione passò da Paul-Film ad Exagon, e il dettaglio visibile in basso a destra parla chiaro. Il rodovetro è infatti completato da un foglio di velina recante il timbro della casa di produzione. Certo la sua originalità apparirebbe indiscutibile anche se privo di tale corredo ma elementi come questo forniscono un bel supporto al collezionista, pari ad un certificato d’autenticità, forse anche di più.
Bene, mi pare di essermi mantenuto professionalmente sul piano tecnico, e se adesso vado a rivedere i dvd con i caroselli della Super Iride è solo per cercare in quale di essi si colloca il rodovetro in questione, mica perché guardo i cartoni animati alla veneranda età di cinquantasette anni. Insomma, non ce l’ho la sindrome di Peter Pan. Però oltre che vecchio devo essere diventato anche daltonico perché vedo una calzamaglia verde sbucarmi dai polsini della camicia…
1) vedi articolo I rodovetri di Carosello in questa medesima sezione del sito.
2) Sul processo tradizionale precedente alle tecnologie digitali relativo alla realizzazione dei disegni di un cartone animato si rimanda agli articoli Sui disegni di produzione Disney e Ancora qualche nota sui disegni di produzione Disney in questa stessa sezione del sito.
3) Per un approfondimento sulla figura di Paul Campani si può leggere: Il più bel libro (non) di Guareschi nella sezione “Grammatura leggera” del sito.
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